Un’attrazione fatale
Dietro i cancelli della cementeria, c’era un racconto che mi attendeva. Un racconto fatto di cose che si sono fermate in un tempo sospeso. Un tempo in cui la mano dell’uomo aveva scandito le fasi del processo di produzione. Una storia interrotta da vent’anni, con tutto quel silenzio di macchine in disuso. Di assenza di persone e soprattutto un’imponente struttura che mi affascinava ed inquietava nello stesso tempo: la città dimenticata.
(Adriana Iaconcig)
Protagonista assoluto del lavoro fotografico dell’artista cividalese Adriana Iaconcig è il dismesso complesso di Italcementi di Cividale, realizzato in autonomia nel 2004. Lo spontaneo interesse per l’ex cementeria traspare prepotentemente dalle immagini i cui soggetti appaiono trasfigurati, dall’occhio dell’artista. Nobilitati ed immersi in un’atmosfera, che trascina superfici ed attrezzi, un tempo impregnati di umori e fatica di uomini. Ora silenziosi ed abbandonati, posti sotto un’altra luce. Essi appaiono fuori dal tempo e lontani dalla loro specifica funzione, così da farli diventare icona di lavoro duro e di valori solidi. Icona della modernità.
Chiara de Santi
Tratto dalla pubblicazione Cividale 3_dall’Italcementi all’architettura del futuro