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Io sono Paesaggio

Adriana IaconcigLa mia nascita è a ovest nel grande e sconfinato Canada, ma provengo da un territorio che fino
a qualche decennio fa era ancora contadino ed arcaico e chiuso su se stesso: il Friuli.

Questa interazione è già interessante. Guardando poi ad est, con il mio cognome che ha perso l’h finale
tipica della confinante Slovenia, subentra un mood di radice slava. A questo posso aggiungere, in
ricordo della dominazione austro ungarica, un certo rigore che mi ricolloca a nord, visti i natali.

 

Il Friuli, terra di partenza

In questa terra, apparentemente, sembra non avanzare il nuovo. E’ anche terra di ritorno, alla sua bellezza incontaminata, fuori dalle rotte ufficiali del mondo. Queste sono le contraddizioni dell’appartenenza per definizione.

Partire, con la valigia di cartone per andare incontro a qualche cosa per cui meritava essere giovani e con vita davanti, forzando un destino già scritto, l’ha fatto mio padre. Lo spirito intraprendente ed avventuroso che mi caratterizza, l’ho chiaramente ereditato.

La figura umana, il paesaggio si fondono in un’atmosfera sospesa nel tempo

La mia ricerca artistica è stata la semplice messa in opera del ricordo dei grandi territori
selvaggi ed incontaminati del Canada che avevo custodito nella parte più remota della
memoria, che ho rintracciato in altri luoghi. I ricordi, sono riaffiorati nel momento in cui sono
stata pronta a raccontare una storia di ponte tra passato e presente, attualizzandoli. I
ragazzi del luogo, come li chiamo, sono stati ritratti in ambienti naturali, zone marginali ancora
vergini del territorio friulano. Cercavo una qualità primigenia della natura e quindi la relativa
composizione paesaggistica, che mi si presentava davanti, era importante. Anche gli adolescenti,
protagonisti assoluti, si sono posti davanti a questi scenari in modo naturale ed ispirato: li hanno
abitati creando una fusione totale con essi. Secondo una mia teorizzazione il paesaggio in
cui nasci ti appartiene geneticamente. Da qui prendono forma con una dichiarazione di intenti i
“Ritratti ambientati”.

L’evoluzione della fotografia del paesaggio: le Wildness Boxes

I progetti artistici che metto in opera, iniziano dalla fotografia di paesaggio, in quanto ha una
oggettività tangibile ed autentica. Nelle sue pieghe naturali sono custodite narrazioni pronte ad
essere raccontate. Questo è accaduto dopo che ho esplorato il territorio attorno, a piedi, alla
ricerca dei set naturali per ambientare le fotografie dei ragazzi. Da questi camminamenti sono nate nuove ed originali testimonianze. Giardini naturali con diversità di specie botaniche capaci di farsi e disfarsi nel seguire l’andamento delle stagioni, senza l’intervento umano: la visione di una natura perfetta.

Tornavo all’idea di una natura primigenia e alla necessità di documentarla con una
catalogazione quasi scientifica da museo naturale. Ho costruito delle teche che rimandano agli
armadi dei musei di storia naturale, i quali hanno sempre esercitato, in me, grande fascino con la
loro raccolta di oggetti curiosi, rari e provenienti da terre lontane, magiche e misteriose.

La relazione tra la fotografia e il paesaggio

Vivendo la Natura, sto sviluppando la mia idea di paesaggio: per essere fotografato vuole che
io ci entri, creando una struttura tra il reale ed il virtuale.

E’ un po’ come avere trovato l’ingresso al giardino segreto che diventa tale, in quanto al suo interno si crea un “altrove”,dove si sviluppano nuovi immaginari ed emerge il proprio personale modo di vedere il mondo abitato.

COME SI TROVA L’INGRESSO AD UN GIARDINO SEGRETO?
DORMENDO UNA NOTTE , IN TENDA, IN UN BOSCO, ISOLATI DA TUTTO!

Adriana Iaconcig

Ottobre 2018

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