I giardini perfetti

Wildness, la natura selvaggia

Sono fortemente attratta dal Wild: proprio dalla parola inglese da cui deriva una suggestione potente di richiamo della foresta. Che è in qualche modo un richiamo verso una natura selvaggia, incontaminata, un andare alle sue origini, al suo crescere libero, senza vincoli estetici, ma proprio per questo perfetto.

Wild anche perchè ripenso al Canada, la nazione in cui sono nata e di cui ho portato dentro questa scintilla di wild puro.
Questo ricordo attinge a quel periodo dell’infanzia, al Canada che ho lasciato ancora bambina. E’ un ricordo custodito involontariamente dentro di me e quindi preservato da tutto. Non è cresciuto, non è mutato – per me era impossibile! Ed è rimasto integro nel suo principio originario. E’ questo quello che succede ai ricordi lontani da cui ci si è dovuti allontanare anche fisicamente. Ricordi con i quali non vi è alcuna possibilità di nessun contatto reale: si cristallizzano.

Wildness boxes

Con Wildness Boxes incontro proprio la Natura: i prati incolti, le sterpaglie, le boschette aggrovigliate, ricche e dense di ogni tipologia di pianta ed erba. Ognuna con il suo esserci in una una dimensione fisica libera, non coltivata, ma specifica del luogo e originaria dello stesso con variazioni di forma ed aspetto. Le ho considerate (le boschette?) nella loro semplicità, preziose ed uniche, mentre occupano lo spazio senza imposizioni, se non quelle dettate dall’andamento delle stagioni. Tutto questo ha suggerito l’idea di una loro catalogazione per preservarne la specificità di selvatichezza con piccole variazioni a seconda del luogo dove si trovano.

Sono nate queste scatole pensando alle teche dei musei di storia naturale ottocenteschi, con le loro leggere e trasparenti bacheche di legno e vetro sottili, aperte su tutti i lati per poter visionare il reperto naturalistico nella sua interezza. Da ciò è generata l’idea di creare delle matrici uniche e originarie, attraverso una tecnica di derivazione litografica, che permette la trasposizione nel campo della stampa d’arte delle immagini fotografiche.
Nella trasformazione visiva cercata con i profondi neri dell’inchiostro che traducono questa suggestione di wild – selvatichezza c’è una personale visione che vorrebbe condurre lo spettatore al proprio immaginario di wild, anche attraverso una lente di ingrandimento data dalla lastra di policarbonato con una micro visione fotografica del territorio in dialogo con la macro visione della stampa calcografica, distanziata dalla stessa in una ricreata wunderkammer naturalistica.

Adriana Iaconcig